31 agosto 1943

Una giornata sotto il segno della memoria

Sessantacinque anni fa, il 31 Agosto, la nostra città fu colpita dal primo di una lunga serie di bombardamenti aerei alleati.

Un bombardamento a tappeto, anticipato da un allarme aereo a cui ben pochi pisani credettero, abituati come erano ad allarmi ogni volta rivelatisi falsi.

Fu questo, oltre alla portata complessiva dell’operazione militare, il motivo della eccezionale quantità di vittime (calcolate all’epoca in quasi mille, feriti compresi) causate da un bombardamento che si concentrò sul quartiere di Porta a Mare e sulle zone limitrofe, avendo come obbiettivi la Stazione Ferroviaria, le strade di collegamento con il territorio a sud di Pisa, le fabbriche del rione (ritenute dagli alleati possibili produttrici di materiali bellici) e il Canale dei Navicelli, importante via di trasporti tra Pisa e Livorno e di collegamento con il fiume Arno).

L’intera zona fu completamente distrutta.

Da quel giorno Pisa, il suo entroterra e il suo litorale furono oggetto di altri 53 bombardamenti, con numerose altre vittime e distruzioni, tra cui quella dei principali ponti, avvenuta il 20 Giugno del 1944.

Le valutazioni effettuate nel 1945 calcolarono in 1738 le vittime, dispersi eccettuati, e in quasi 200 mila i vani distrutti o fortemente danneggiati.

E’ per tutto questo che Pisa ha continuato a ricordare la tragedia del 31 Agosto 1943, facendone il simbolo della più complessiva tragedia della guerra.

Prima della annuale funzione religiosa nella Chiesa di San Giovanni al Gatano, vi è stata la deposizione di una corona di alloro presso la lapide dedicata alle vittime del bombardamento, presso il ‘Sostegno del Canale di Navicelli’, struttura restaurata nel 2003 ad opera della Fondazione Cassa di Risparmio con il concorso del Comune di Pisa.

La giornata del 31 Agosto si è svolta dunque sotto il segno della memoria, con interventi e documenti rievocativi che consentiranno a tutti i cittadini, ed in particolare ai giovani, di avvicinarsi e approfondire le vicende del passaggio della guerra a Pisa e le sue terribili verità.

 

Il discorso dell’Assessore Davide Gay

 

Tra le date simbolo della recente storia locale, il 31 Agosto 1943 è quella che più di ogni altra ci obbliga a misurarci con il ricordo della tragedia della guerra.

Fino a quel giorno di sessantacinque anni fa, infatti, la guerra voluta dal nazifascismo non aveva ancora mostrato il suo vero volto, almeno in termini di vittime e di distruzioni nel nostro territorio.

Di più: la caduta del regime fascista e l’avanzata degli Alleati in Italia aveva alimentato nei pisani la speranza di una rapida conclusione del conflitto e, con essa, del miracolo dell’esclusione di Pisa dai bombardamenti di cui erano state ed erano oggetto tante altre città e zone d’Italia.

In quei mesi estivi la guerra era scandita, a Pisa, dalle sirene degli allarmi aerei, puntualmente contraddette dalle sirene del cessato allarme.

Tutto ciò alimentò quella illusione che fu fatale, il 31 Agosto, a moltissimi pisani sorpresi, poco prima delle ore tredici, dalla vista della formazione aerea alleata a cui fece subito seguito il terribile bombardamento sui quartieri cittadini a sud del fiume Arno, un bombardamento a tappeto, mirato a colpire i bersagli costituiti dalle fabbriche, dai principali nodi stradali verso mezzogiorno, dalle vie di comunicazione come il Canale dei Navicelli e dalla Stazione Ferroviaria.

Quello dove oggi ci troviamo fu l’epicentro del grande raid aereo del 31 Agosto, al quale seguirono nei mesi e nell’anno successivo numerose altre incursioni, destinate, con la distruzione dei ponti sull’Arno, a spezzare in due una città ormai allo stremo delle proprie forze.

Alle centinaia e centinaia di vittime del 31 Agosto se ne aggiunsero molte altre, tante da costringere i pisani a usare lo stesso prato della Piazza del Duomo come cimitero, mentre migliaia di famiglie cercavano rifugio nelle campagne e sui monti e continuavano senza sosta le rappresaglie e gli eccidi nazisti.

E’ per tale motivo che, nel 2003, la città scelse, grazie all’intervento congiunto della Fondazione Cassa di Risparmio e del Comune, di restaurare la struttura dove oggi si svolge questa cerimonia, l’edificio detto ‘Il Sostegno’, storico complesso costruito intorno alla seconda cateratta del Canale dei Navicelli.

Un restauro, come si vede, riuscito, che dovrà comunque essere completato, secondo i progetti in corso, e soprattutto per quanto riguarda il suo riutilizzo pubblico, con i conseguenti problemi di gestione.

E’ da qui, dunque, che vogliamo ricordare la tragedia del 31 Agosto e della guerra e, insieme, ridare impulso all’impegno del pieno recupero del ‘Sostegno’ e dell’area circostante, facendone un luogo dedicato alla conservazione della memoria ma anche alla valorizzazione del patrimonio storico della nostra città.